Juhui Bae: Corea-Italia, andata e ritorno

Juhui Bae: Corea-Italia, andata e ritorno

Le scuole italiane di gelateria artigianale vedono sempre più forte la presenza di stranieri, che vengono in Italia per imparare una professione da importare nel loro Paese. Ecco la testimomianza di Juhui Bae, una ragazza della Corea del Sud che ha frequentato la Scuola di Perugia e in seguito preso parte all'apertura di una nuova gelateria a Seul. 

Perché ha scelto il gelato italiano?
Quand'ero all'università, studiai per qualche mese l'italiano come hobby e subito dopo feci un viaggio in Italia. L'Italia mi piacque moltissimo ma non credevo che avrebbe cambiato il mio futuro.
Dopo l'università ho frequentato un master in amministrazione pubblica ma a un certo punto mi sono accorta che non era la mia strada. Volevo fare una cosa che mi appassionasse davvero, invece che seguire un cammino già segnato. Ho fermato tutto e cercato di capire cosa volessi fare veramente: è stato allora che mi sono ricordata di quanto mi fosse piaciuta l'Italia, e il gelato artigianale.
Mi sono allora rimessa a studiare l'italiano, per più di un anno, iscritta a un corso della Scuola di gelateria di Perugia e ce l'ho fatta.

Quali sono stati i passi successivi?
Dopo il corso per gelatiere, ho fatto uno stage dal maestro Cianuri a Perugia e poi dal maestro Di Benedetto a Udine. Volevo mettere in pratica quello che avevo imparato al corso e anche imparare cose nuove. Quando sono tornata in Corea, ho incontrato un'impresa che voleva aprire una gelateria italiana a Seul. Non conoscevamo bene il gelato italiano e mi hanno chiesto di lavorare insieme. D'altra parte, a me mancava esperienza nel settore coreano e mi è sembrata un'occasione interessante.

Ha incontrato ostacoli particolari?
Beh, non è stato semplice, soprattutto perché stavo intraprendendo una strada nuova per la Corea. Ci sono stati ostacoli che non avevo mai immaginato in Italia, per esempio la differenza di zucchero.
Alla fine comunque ce l'abbiamo fatta e l'anno scorso abbiamo aperto a Seul la gelateria "Pozzo" e sta andando bene.

Come si consuma il gelato in Corea?
Purtroppo da noi il gelato è considerato ancora qualcosa per bambini e ragazzi. Gli adulti non sono abituati a fare merenda e pensano che non sia educato mangiare qualcosa per strada. Questo limita certamente il consumo di gelato ma le cose stanno lentamente cambiando.
Si consuma più gelato d'estate ma si vende abbastanza anche d'inverno. In Corea nessuna gelateria chiude per il periodo invernale, anzi qualcuno prende il gelato in inverno come primizia di stagione.

Ritiene che ci sia la giusta percezione della differenza tra gelato artigianale e gelato industriale?
In generale, non si capisce bene la differenza tra gelato artigianale e ice-cream. Non abbiamo la cultura del gelato come in Italia. Da noi l'ice-cream americano è arrivato prima del gelato artigianale e ogni tanto la gente pensa che quest'ultimo sia una nuova marca di ice-cream!

Quali gusti vanno per la maggiore? Ne ha inventato qualcuno ispirato al territorio?
Il più apprezzato è lo yogurt, in particolare il gelato di yogurt al mirtillo è il più venduto. A me piace molto il gusto alla nocciola ma qui in Corea non è molto conosciuto.
Per quanto mi riguarda, ho creato il gelato allo Yuzu (un tipo di limone che da noi si prende in inverno con il tè zuccherato e fa bene per il raffreddore) e sesami neri.

Chiudiamo con un consiglio a chi vorrebbe fare il gelatiere...
Un proverbio delle mie parti dice "un genio non può battere chi fa il proprio il meglio, e chi fa il proprio meglio non può battere chi si diverte nel lavoro", quindi divertitevi!

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