Al Moscato d'Asti, al Recioto di Soave, al Marsala e chi può ne ha più ne metta, tanti quanto ce ne possono stare nelle decine di doc e docg italiane. Una moda passeggera, quella dei gelati al gusto di vino? Non proprio, se pensiamo che alcune ricette risalgono a qualche secolo fa...
Ideali in serata o a fine pasto, in luogo di amari e digestivi, ma solo se prima non si è bevuto troppo! I gelati ai gusti del vino sono apprezzati non solo in Italia ma anche all'estero, utilizzando vini dolci o secchi, purché espressione del territorio. Già, perché bere...pardon, mangiare un gelato al Marsala in Friuli non avrebbe lo stesso sapore che in Sicilia, magari davanti al mare delle Egadi. Né un gelato al Ramandolo avrebbe forse senso degustato alle pendici dell'Etna.
I vini che più si prestano all'utilizzo come ingrediente base del gelato artigianale sono quelli dolci, perché si combinano bene con lo zucchero contenuto nel gelato ed eventualmente con la frutta aggiunta (un classico, per esempio, sta diventando il gelato di moscato alla pesca).
E così possiamo avere il gelato al gusto di Moscato di Pantelleria, di Moscato d'Asti o del rosso Moscato di Scanzo, allo Zibibbo, al Marsala, al Vin Santo, al Ramandolo, al Recioto di Soave, al Recioto della Valpolicella, oppure un sorbetto al Lambrusco, solo per citarne alcuni.
Se si desidera giocare ancora di più con i sapori, si può mescolare il vino a spezie, per esempio caffé o cioccolato. Le regole, in questo caso, sono quelle canoniche per l'abbinamento tra cibo e vino:
- l'intensità degli aromi deve eguagliare quella del vino scelto;
- sapori tendenzialmente amari, acidi, sapidi, vanno contrapposti a vini più morbidi e viceversa;
- sapori dolci vanno accompagnati a vini dolci, come moscati, passiti e spumanti dolci.