Farida Haggiagi: la via del gelato parte dalla Libia

Farida Haggiagi: la via del gelato parte dalla Libia

Ci stupisce ancora una volta l’ingegnosa creatività di Farida Haggiagi, vincitrice del primo premio al Laboratorio delle Idee è Musica. A valerle l’ambito titolo, il quinto al SIGEP, è stato quest’anno il gelato Masquerade: uno strato di base bianca all’acqua di fiori d’arancio, adagiato su uno di cioccolato fondente e zenzero e completato da una misteriosa decorazione a forma di maschera.

Un esempio di competenza, stile e innovazione che non conosce confini e che, non a caso, parte da luoghi lontani.

Chi è Farida Haggiagi?

Sono un’imprenditrice di origine libica (e non libanese, come da qualche parte è stato scritto), manager di una società di Assistenza e Servizi all’Export con sede a Roma. Nella mia lunga carriera ho sempre cercato un punto d'incontro tra business e creatività e l’ho trovato nel gelato artigianale italiano, che è diventato presto la mia passione. Vorrei diventare l’Ambasciatrice del gelato artigianale italiano nel mondo arabo e sto lavorando perché tale ambizione diventi realtà.

Farida Haggiagi al Laboratorio delle Idee è MusicaQuando ha deciso che avrebbe fatto questo mestiere?

L’idea di intraprendere “la via del gelato” è nata nella mia mente qualche anno fa durante uno dei miei diversi viaggi in Medio Oriente e precisamente nei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Da businesswoman ho potuto “annusare” la quasi mancanza del vero gelato artigianale italiano in quei mercati così lontani ma che sono in continua crescita, a volte con velocità quasi vertiginosa.

Quali passaggi le hanno permesso di concretizzare questa idea?

Oltre ai vari viaggi che ho continuato a fare per conoscere il mercato da vicino e per individuarne con precisione le esigenze, nel 2007 ho commissionato a una società di ricerche di mercato uno studio per il settore del gelato artigianale. Desideravo infatti avere una conferma basata su studi puntuali e non solo su intuizione.
Da quella ricerca è venuto fuori che The Artisanal Ice-cream (Il Gelato Artigianale) occupa una minima parte del market share e risulta prodotto da “produttori non ben definiti”, il che mi incoraggiò ad andare avanti.
Per prima cosa mi iscrissi alla Scuola Italiana di Gelateria a Perugia, dove ho frequentato il corso completo di “Professione Gelatiere”, e devo dire che proprio lì ho scoperto – sicuramente perché ho avuto un ottimo insegnamento - di avere non solo un interesse di “business” ma anche e soprattutto una vera passione per il gelato!
Infatti, pochissimo tempo dopo il termine del corso - e prima ancora di fare lo stage - sono stata invitata dai miei Maestri a partecipare al Laboratorio delle Idee che si svolge annualmente in occasione del Sigep a Rimini e che ha la finalità di “tirare” fuori la creatività dei gelatieri, concorrendo per la creazione di nuovi gusti di gelato, non presenti ancora sul mercato ma che siano commercialmente validi. E la mia passione non si è fatta attendere: sia il primo che il secondo giorno di gara ho vinto il primo premio, e fino a oggi su sei partecipazioni sono riuscita ad avere questa soddisfazione cinque volte.

Il "Peccato"Cosa c’è dietro a un buon gelato?

Soprattutto uno studio approfondito: le improvvisazioni hanno un raggio d’azione molto limitato. In più il gelato deve essere buono non soltanto al palato ma anche dal punto di vista salutistico, con l’impiego di ingredienti naturali e privi di componenti nocivi per la salute, preparato in un ambiente igienicamente sano.
La creatività e la passione dell’artigiano gelatiere sono poi quelle che danno il tocco dell’artista, perché un buon gelato diventi eccezionale!

Che percorso segue nella creazione di nuovi gusti?
Non c’è un percorso definito per creare un gusto nuovo di gelato, ma ci sono tre fattori a mio parere essenziali: avere palato che sia in grado di distinguere bene i gusti, saper abbinare gusti e/o aromi, avere la capacità di pensare “fuori dal coro” e cioè essere creativi. Indubbiamente il nostro bagaglio culturale c’entra molto nel processo creativo.
Nel caso mio personale tutti i gusti nuovi che ho creato rappresentano un mix o un punto di incontro tra due culture, la cultura occidentale con la quale sono in contatto da molti anni e la cultura orientale che rappresenta le mie radici.

Quali sono i gusti di cui va più orgogliosa o che hanno ricevuto maggior apprezzamento?

La mia prima creazione si è aggiudicata il primo posto al Laboratorio delle Idee Europeo di Sigep 2008 e si chiama Incontro: un gelato a base di mandorla profumato con il fior d’arancio e decorato con datteri freschi, i frutti tipici del deserto.
L’anno successivo ho vinto lo stesso premio inventando un sorbetto di fragola con un mix di spezie che in Libia vengono usati per preparare piatti molto tipici come il cuscus e dandogli il nome di “Il Peccato”.
Allo Sherbeth Festival che si è svolto a Cefalù in Sicilia l’estate scorsa, ho presentato un gelato a base di due ingredienti molto usati nella cucina libica, il limone e il basilico, e il gradimento da parte del pubblico è stato grandissimo. Quest’anno è stata la volta del Masquerade a garantire il Primo Premio al Laboratorio delle Idee è Musica. Si tratta di un gelato “mascherato” a due strati diversi tra di loro: il primo è composto di cioccolato fondente con la radice fresca di zenzero, quello soprastante è invece di base bianca all’acqua del fior d’arancio con fragoline intere fatte precedentemente riposare nello stesso profumo, con una decorazione a forma di maschera molto suggestiva!

gelato “mascherato” Quali sono i suoi progetti futuri?

Attualmente sto continuando il mio lavoro da manager e, al contempo, lavorando per arrivare ad aprire una mia gelateria con un partner locale in una località del Medio Oriente che svelerò all’inaugurazione. In questa gelateria offrirò al cliente sia i gusti classici italiani (in quanto il gelato è un prodotto italiano) sia gusti nuovi di mia invenzione, creati con un tocco che soddisfi il palato orientale.

Si sente di dare un consiglio particolare agli aspiranti gelatieri?

Fare il gelatiere è un bel mestiere per tanti motivi: dà molto spazio alla fantasia e alla creatività, implica un rapporto diretto, e quindi umano, tra il cliente e il gelatiere, vede la centralità di un prodotto che è sinonimo di gioia e allegria. Allo stesso tempo, però, è un lavoro che richiede impegno personale da parte dell’artigiano, il quale non deve solo saper produrre e vendere, ma deve saper adeguarsi da una parte alle mutevoli esigenze del cliente, dall’altra alle regole che impone il mercato in materia di marketing e comunicazione, aspetti non sempre presi in considerazione dall’artigiano in Italia.

…E un segreto per avere successo?

È semplice, per sfondare basta credere che l’impossibile sia solo un’opinione e non una realtà!


Vuoi contattare Farida Haggiagi? Scrivi a farida.haggiagi@hotmail.com

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