Coni, bicchierini e gelati da asporto

Coni, bicchierini e gelati da asporto

Gelato da passeggio o gelato d'asporto? Cono o coppetta? A ognuno il suo contenitore, con un occhio al prezzo ma non solo.

Forse non è immediato pensarci ma i clienti delle gelaterie non si dividono soltanto sui gusti del gelato ma anche sul contenitore spesso per una scelta quasi ideologica. Cono o coppetta? Il primo è sicuramente più gustoso ed è maggiormente associato all'idea di gelato, soprattutto di quello artigianale. Il secondo, invece, conferisce eleganza nel mangiare, in quanto ha una forma più maneggevole che riduce il rischio di far cadere il gelato.

L'arrivo del cono gelato
I primi contenitori utilizzati per i gelati erano coppette sì, ma non di quelle pratiche ed economiche di carta cui siamo abituati oggi. Si usavano dei bicchieri di vetro con gli inconvenienti che è facile immaginare: non erano infrequenti casi in cui i bicchieri non venivano restituiti al gelataio né quelli di qualche cliente che li rompeva accidentalmente. Ecco perché, salvo casi eccezionali, ora si utilizzano solo nei bar gelateria per il servizio al tavolo.

Probabilmente furono questo tipo di problemi che spinsero Italo Marchioni a brevettare il cono gelato nel 1903, a New York. Come suggerisce il nome, il cono ha una forma conica ed è fatto con una cialda, la quale viene preparata con uova, burro, farina e lievito, impastati in opportuni stampi.
Nel 1959 l'italiano Spina, diede un impulso decisivo alla produzione industriale dei coni, a seguito della risoluzione del problema legato al gelato che bagnava la cialda. L'idea fu quella di isolare l'interno del cono con uno strato di olio, zucchero e...cioccolato!

Oggi vengono prodotti anche coni per celiaci, che in questo modo non sono più obbligati a scegliere i bicchierini. Ciò è reso possibile attraverso l'utilizzo di farine senza glutini.

Conservare coni e coppette
Mentre per le coppette di carta ci sono poche raccomandazioni da fare, se non quella di conservare le scorte in ambienti sani e asciutti, per i coni occorre prestare maggior attenzione a partire dalla fase di acquisto. 
I coni possono essere conservati in cartoni, chiusi con sacchi di plastica, per un periodo tra i 12 ed i 15 mesi. Il trasporto deve essere accorto perché sono piuttosto fragili: eventuali cadute e scossoni possono causare la rottura di intere scatole di coni.
Anche gli operatori al banco della gelateria devono stare molto attenti nel maneggiarli, soprattutto nella spatolatura dei primi gusti scelti dal cliente. Il gelato deve essere spatolato alcune volte e ammorbidito nell'incavo, spalmando dall’alto verso il basso e usando il bordo come appoggio.

Pro e contro del gelato d'asporto
Il gelato d'asporto viene invece venduto in coppette o vaschette di polistirolo. Ma questo comporta costi diversi per il gelatiere? Conviene puntare su questo invece che su coni e coppette da passeggio?
Il gelato in sé ha lo stesso costo, per cui in assoluto va valutato il costo del contenitore, considerando che 1 kg di gelato richiede una vaschetta oppure circa 8 coni o coppette se lo si vende in modalità passeggio. Anche il tempo di confezionamento è chiaramente diverso: il riempimento di una vaschetta è sicuramente più veloce per l'operatore di vendita e se si vendessero solo queste probabilmente servirebbe anche meno personale in gelateria.

Non si può però pensare di poter fare scelte così aprioristiche: una gelateria che si trova in zona pedonale non venderebbe mai grandi quantità di gelato d'asporto. Al contrario le gelaterie che si trovano in zone trafficate, per esempio nelle vicinanze di una strada di grande comunicazione, potranno giustamente puntare soprattutto su questa modalità di vendita e spingerla con diverse azioni promozionali.

 

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