Candida Pelizzoli, Presidente dell’associazione Maestri della Gelateria Italiana

Candida Pelizzoli, Presidente dell’associazione Maestri della Gelateria Italiana

Più di vent’anni fa Candida Pelizzoli, con il marito Colombano Mariani, è diventata imprenditrice con l’apertura della gelateria Oasi a Fara Gera d'Adda, un piccolo comune tra Cassano d’Adda e Treviglio. Oggi Candida è Presidente dell’associazione Maestri della Gelateria Italiana, una realtà impegnata nella promozione del gelato artigianale italiano e nella realizzazione di corsi di formazione e specializzazione per chi è già gelatiere o intende diventarlo. In questa intervista ci regala la sua esperienza e le sue considerazioni sul settore.

Che percorso ha intrapreso quando ha scelto di diventare gelatiere?

Nel 1987, appena sposata e a seguito della nascita di mia figlia Alessandra, ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Desideravo avviare una nuova attività in cui poter esprimere la mia creatività. Nonostante le lecite preoccupazioni della mia famiglia, col supporto di mio marito ho aperto la gelateria-american bar “Oasi”: un luogo di cui si sentiva il bisogno nella nostra zona, fuori dai grandi centri abitati.

Passione, competenza e forte motivazione. È questa la ricetta per avere successo come gelatiere? 

Questi ingredienti da soli non bastano. Negli anni ho continuato a migliorare grazie alle relazioni che ho mantenuto con altri professionisti del settore. Ancora oggi mi confronto con Luca Caviezel, il mio maestro conosciuto a Brescia, per esempio per un consiglio su come sviluppare una nuova idea. Come Presidente dei Maestri della Gelateria Italiana ho la fortuna di partecipare a incontri con grandi gelatieri: ogni volta ciascuno di noi torna in gelateria arricchito dal dialogo, dalla scambio di conoscenze, dal confronto. Per ogni idea che un singolo dà al gruppo, il gruppo gliene restituisce decine. Senza il contatto con chi lavora in questo settore è impossibile crescere.

Perché la maggioranza dei gelatieri è composta da uomini? 

È più corretto dire che gli uomini hanno più visibilità delle donne. I media hanno sempre valorizzato la componente maschile dei gelatieri, dando agli uomini più spazi. Anche nelle fiere di settore le donne si vedono poco. Ma in quasi tutte le botteghe artigiane che ho frequentato gli uomini lavorano in collaborazione con le proprie mogli o compagne. È dal lavoro di coppia che nascono le migliori idee: l’uomo ha grandi qualità, ma per esprimersi al meglio ha bisogno del supporto di una donna. Comunque la tendenza sta cambiando; da quando sono Presidente dei Maestri della Gelateria si è aggiunta tra gli associati una donna,Claudia Urbinati, e sono convinta che in futuro avremo sempre più visibilità.

Durante lo scorso Sigep è stata madrina della terza edizione del Laboratorio delle Idee Europeo. Che esperienza è stata?

Ho voluto fortemente dedicare uno spazio dell’iniziativa alla componente “rosa” del settore. È stata un’esperienza che ha arricchito tutti i presenti. Ci sono ancora molte donne che preferiscono non comparire, non solo per timidezza, ma perché dopo anni di lavoro dietro le quinte si sono convinte che sui giornali e alle fiere debbano comparire i loro mariti. Invece ci sono state testimonianze di grandi imprenditrici del gelato, con decenni di esperienza alle spalle: le loro storie devono essere raccontate per la crescita professionale di tutti noi.

Qual è il valore aggiunto che porta una donna in gelateria?

Capacità di fare innovazione, creatività, gusto e raffinatezza. Le donne sono diverse dagli uomini, hanno capacità che difficilmente si trovano nell’altro sesso. Allo stesso modo un uomo è pragmatico, in grado di portare a compimento un’idea, di finalizzare un progetto. La coppia vale più della somma delle capacità di due persone. Quando incontro un grande gelatiere, sono certa di parlare con un uomo che è arrivato a quel punto grazie alla collaborazione della sua compagna. Io stessa devo molto a mio marito, che mi supporta tuttora nello svolgimento della nostra attività.

Quali consigli può dare a una donna che vuole diventare imprenditrice nel settore del gelato artigianale?

Avere fiducia e coraggio in se stessa e non perdere mai la voglia di imparare. Dopo 22 anni di attività continuo a studiare e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Per stupire il cliente bisogna sempre mettersi in gioco; per esempio, da un paio d’anni abbiamo iniziato a produrre dolci al cioccolato e, nel futuro, vogliamo superare l’idea di coppa gelato per offrirlo in modo diverso. Inoltre, intendiamo perseguire la strada della salute: il gelato può essere mangiato in qualunque momento della giornata, non solo dopo i pasti e a merenda. Può diventare una portata del pasto, se debitamente studiato e presentato. Infine, bisogna offrire un servizio tagliato sulle esigenze del cliente. Credo di essere stata tra le prime a presentare tre menu diversi: per i bambini, per gli adulti e per l’american bar. Chi entra in gelateria sa di scegliere un prodotto proprio per lui.

Perché il gelato non conosce crisi?

I grandi gelatieri sono prima di tutto grandi persone, mosse da passione, entusiasmo e voglia di creare novità. Per mantenere i clienti e acquisirne di nuovi è necessario stupire, utilizzare la fantasia e rimanere aggiornati. Con la voglia di andare avanti si vince la crisi. Ma questo non basta: al cliente bisogna offrire informazioni e trasparenza. Il gelatiere deve essere pronto a rispondere a quesiti sugli ingredienti utilizzati, le intolleranze e le allergie. Nel punto vendita serve materiale informativo – locandine, brochure – per dare al cliente la sicurezza di mangiare un prodotto di qualità. Sappiamo che un cliente soddisfatto porta in negozio altre persone. Al contrario chi improvvisa, non studia e non si aggiorna non può resistere in un mercato altamente competitivo come il nostro.

Candida Pelizzoli, Presidente dell’associazione Maestri della Gelateria Italiana
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